Bambini e udito: come capire se sentono?
Diagnosticare in tempo un possibile calo dell’udito nel bambino significa investire sulla sua crescita, più precoce è la diagnosi e maggiori sono le possibilità terapeutiche riabilitative. Se scoperta in ritardo, infatti, la sordità infantile può provocare nei più piccoli importanti problemi linguistici e cognitivi come pure l’incapacità di rapportarsi con gli altri.
Per capire se il bambino sente bene, i genitori e il pediatra devono osservare le reazioni del piccolo in corrispondenza degli stimoli uditivi e sottoporlo allo screening audiologico neonatale, un esame che permette di identificare sin dalla nascita eventuali difetti uditivi.
Conoscere lo sviluppo dell’udito permette di capire sia l’utilità e l’importanza dei test per l’ udito effettuati dai medici, che l’osservazione preventiva da parte dei genitori sui comportamenti del bambino.

Tappe evolutive dell’udito nel bambino
Il senso dell’udito nel bambino si sviluppa già durante la gravidanza, l’orecchio infatti comincia a formarsi nelle prime settimane di vita dell’embrione e a partire dalla 20ª settimana il bambino inizierà a riconoscere e memorizzare alcuni suoni. Tuttavia in questa fase il feto percepisce ancora i suoni attraverso le vibrazioni captate dai pori della pelle, solo al 6° mese di gravidanza si avrà lo sviluppo neurosensoriale dell’udito e il bambino inizierà a sentire attraverso l’orecchio, imparerà a riconoscere la voce della sua mamma e a distinguere i rumori forti, che gli faranno aumentare le pulsazioni cardiache, da quelli più dolci e ritmici, che gli faranno rallentare leggermente il battito del cuore.
Quando il bimbo viene al mondo riesce ad ascoltare i rumori esterni e, se troppo forti o improvvisi, la sua reazione spontanea è quella di sussultare, allargare le braccia e le gambe, o sbattere le palpebre.
A 3 mesi il neonato intuisce qual è la fonte dei rumori e reagisce voltando la testa e gli occhi nella direzione del suono che ha catturato la sua attenzione.
Tra i 5 e i 6 mesi il bebè sperimenta che può provocare dei suoni, e per scoprirne di nuovi ‘balbetta’ le prime sillabe con la bocca e fa cadere gli oggetti a terra per ascoltare il rumore che fanno una volta caduti, mentre tra i 7 e i 9 mesi associa i gesti alle parole dette e tra i 10 e i 12 mesi comincia a pronunciare le sue prime parole, a girarsi quando si sentirà chiamato e ad associare un nome agli oggetti.
Dopo l’anno di età, il bambino comprende il significato delle domande e dei comandi più semplici, balla quando ascolta la musica, riesce a trovare la fonte del suono, è attirato dai nuovi rumori o dallo squillo del telefono ed è attratto dalla televisione e dalla radio. A partire dai 3 anni circa invece fa le prime domande, ascolta le favole, comprende i rimproveri, si arrabbia e parla al telefono.
Una volta quindi compreso lo sviluppo uditivo di un bambino la parola d’ordine è prevenzione.
Dal punto di vista medico il primo test al quale è sottoposto un bambino è lo Screening Audiologico Neonatale che in Italia è obbligatorio dal 2017 ed è entrato a far parte delle prestazioni sanitarie gratuite assicurate dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). E’ un esame che prevede l’inserimento di un sondino nella parte esterna dell’orecchio del neonato e, attraverso le otoemissioni, si rilevano le risposte che egli dà alle stimolazioni sonore.
Se l’analisi è positiva, si passa a esami più approfonditi per verificare l’attività elettrica del tronco cerebrale, se invece l’esito è negativo il bambino dovrà essere ugualmente monitorato dai genitori. Infatti lo screening neonatale non permette una diagnosi certa e definitiva, è possibile che non vengano rilevate delle lievi lesioni dell’udito, oppure che il piccolo possa presentare un indebolimento dell’udito (ipoacusia), solo diversi mesi dopo per varie cause (malattia, condizione genetica, esposizione elevata e prolungata ai rumori forti ecc.).
Come capire quindi se un bimbo sente?
I genitori devono osservare il bambino e adottare misure preventive al fine di riuscire a diagnosticare in tempo un’eventuale indebolimento dell’udito. Pertanto è utile prendere in considerazione i seguenti segnali:
- Nei primi mesi di vita il neonato non reagisce sussultando ai rumori forti ed improvvisi, non risponde ai suoni emessi attorno a lui, non si sveglia o muove se chiamato, la voce della mamma non riesce a tranquillizzarlo;
- Dal 4° mese in poi non fa vocalizzi, non gira la testa o gli occhi verso la fonte del rumore, non reagisce ai suoni cambiando espressione, non è attratto dai suoni dei giocattoli;
- Dai 6 mesi all’anno di età non balbetta e non pronuncia suoni,non reagisce ai rumori, ai suoni o alla musica;
- Dopo il primo anno di età non comprende le parole più semplici come ‘ciao’, ‘pappa’ e così via, non pronuncia parole come mamma.
Quando viene effettuato questo piccolo test ‘fai da te’, è bene ricordare che i bambini non sempre rispondono subito ad uno stimolo uditivo. Spesso infatti i piccoli sono così assorti in loro stessi e in ciò che stanno facendo che non rispondono o reagiscono semplicemente perché distratti o ‘impegnati’. L’intervento del pediatra deve essere preso in considerazione solo se la mancata risposta del bambino ad una stimolazione uditiva è continua.