Udito e tecnologia: Sentire a 360°
Tutte le informazioni sonore provenienti dall’esterno riusciamo ad ottimizzarle e interpretarle grazie alla percezione uditiva. Essa consente di elaborare i contenuti della comunicazione linguistica verbale, della semantica musicale, di qualsiasi suono o rumore esterno. L’ipoacusia non trattata interrompe questo processo, per cui scegliere una soluzione acustica è la mossa vincente per tornare a sentire.
La percezione uditiva è quel fenomeno così articolato che ci permette di riconoscere ad esempio se un suono è lungo o breve, continuo o pulsato, acuto o grave, intenso o debole. Non solo, grazie ad essa distinguiamo i suoni di due o più strumenti musicali, le voci di parlanti diversi, i rumori differenti dei mezzi di trasporto e così via. In ambito linguistico la percezione uditiva consente di riconoscere una sillaba e di distinguerla dalle altre sillabe, anche se pronunciata da voci diverse. In altre parole suono, orecchio e cervello interagiscono in modo sinergico e complementare per fornire il “percetto”.

Come? In questo processo avviene il riconoscimento e la discriminazione degli stimoli uditivi che a loro volta vengono interpretati e associati a precedenti esperienze, laddove esistano: questa abilità si esprime attraverso il perfezionamento e l’integrazione dei segnali periferici ed il loro confronto con i dati percettivi recuperati dalle memorie.
Gli apparecchi acustici permettono un evidente recupero del benessere uditivo, laddove c’è un’ipoacusia: il percorso riabilitativo che paziente e audioprotesista fanno insieme oggi include i bisogni di una popolazione sempre più ‘connessa’ ed esigente su aspetti specifici, come per esempio il parlare al telefono, ascoltare la musica, connettersi con altri dispositivi se possibile. L’efficace e ricca risposta proveniente dalle nuove tecnologie protesiche ci accompagna efficacemente nel fronteggiare tali richieste con facilità.
L’uso del telefono merita un approfondimento, per la rilevanza che questo tipo di comunicazione riveste attualmente e per l’effettiva richiesta, da parte dei pazienti, di avere un più agevole accesso ad essa, sia per motivi familiari e sociali che lavorativi.
Bisogna considerare innanzitutto che gli altoparlanti dei telefoni non inviano l’intera gamma di suoni, che non è possibile avvalersi della lettura labiale e che il rumore ambientale può interferire notevolmente. Un altro aspetto non di poco conto è che la conversazione telefonica è generalmente più formale di quella faccia a faccia e quindi l’ansia di non comprendere è maggiore rispetto alla conversazione frontale: il carico cognitivo (ed emotivo) si accentua ulteriormente, a tutto svantaggio delle risorse che sono necessarie ad avere una comunicazione efficace.
La tecnologia messa a disposizione dagli apparecchi acustici ha fatto notevoli sforzi in questa direzione, offrendo soluzioni molto performanti, ma che potrebbero richiedere un allenamento specifico per ottimizzare i risultati.
Alcuni accorgimenti importanti possono essere:
- Avere inizialmente un interlocutore con voce familiare, sia per un vantaggio percettivo che emotivo.
- Ridurre i rumori di fondo ambientali, soprattutto radio, Tv ed altri parlanti, sia nell’ambiente del paziente che in quello del suo interlocutore.
- Non aumentare eccessivamente il volume in uscita nel tentativo di comprendere meglio, e spostare l’altoparlante del telefono in prossimità dell’orecchio e del dispositivo protesico, fino ad avere un ascolto ottimale.
- Prevedere e sviluppare tecniche di gestione dell’interlocutore.
E’ possibile strutturare un training percettivo per migliorare la percezione della musica, mediante esercizi di discriminazione, identificazione, riconoscimento, e comprensione di note musicali, ritmi, frequenze, strumenti, generi e brani musicali. La riabilitazione uditiva interviene sulle particolari caratteristiche ed esigenze di ciascun paziente, ecco perché è importante affidarsi all’esperienza e ai prodotti che Healthstore mette a disposizione per ritrovare il piacere di sentire.